11 maggio 2007

Canzone del carceriere

Dove vai bel carceriere
Con quella chiave macchiata di sangue
Vado a liberare la mia amata
Se sono ancora in tempo
L'avevo chiusa dentro
Teneramente crudelmente
Nella cella del mio desiderio
Nel più profondo del mio tormento
Nelle menzogne dell'avvenire
Nelle sciocchezze del giuramento
Voglio liberarla
Voglio che sia libera
E anche di dimenticarmi
E anche di lasciarmi
E anche di tornare
E di amarmi ancora
O di amare un altro
Se un giorno le va a genio
E se resto solo
E lei sarà andata via
Io serberò soltanto
Serberò tuttavia
Nel cavo delle mani
Fino alle ultime mie ore
La dolcezza dei suoi seni plasmati dall'amore.
(Jacques Prevert)


E allora scappo dalla scrivania.
Dalle mie carte.
Dal mare e dal giardino.
Dalle chiacchiere domestiche e dalle risate dell’ufficio.
Da un caffè in Piazza Garibaldi e da un tea all’Oltremare.
Abbandono il letto e le matite.
Fuggo un cuore impaziente.
Il mio.
Scappo dall’innata sete di calore.
Cado sulla voglia della mano fra le dita.
Cedo sul desiderio di camminare uniti.
“Non ci sei solo tu”.
E’ così. Non ci sono solo io.
E mentre leggo la Canzone del Carceriere..
vorrei liberarmi del mio cuore.
P.

1 Commenti:

Anonymous Anonimo scrive...

Non posso scappare
perchè in gabbia mi tieni chiuso
mi impedisci di vivere
convincerti è inutile
proprio non vuoi lasciarmi
no, non vuoi
lo so che non vuoi
ne sono certo...
perchè l'unico carceriere qui
sono io.
--
Damiano

01 giugno, 2007 15:12  

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